MAGGIO 2023
Mostra di Pittura di Fiorenzo Piotto
Piotto Fiorenzo, Nato ad Aosta 21.04.1950.
Residente in Tezze sul Brenta via Verdi 5, 36056 Vicenza. Tel. 348 2330440. E-mail fiorep8@virgilio.it
Terminate le scuole, dove prediligevo le materie artistiche, inizio a lavorare come apprendista decoratore in una importante fabbrica di ceramica della zona del bassanese dove prevaleva la produzione di quantità, per passare poi presso varie botteghe artigianali “amanti del bello” che prediligevano la qualità e qui ho imparato a dipingere, da autodidatta, copiando i maestri decoratori della zona ed i grandi pittori.
A Spoleto, durante il servizio militare, la sera dipingevo in strada, fuori della bottega di un artigiano ceramista del luogo. Era il periodo del “Festival dei due Mondi” e c’era molta gente che si fermava a far capannello per vedere il ragazzo che riproduceva su piatti di maiolica, diametro 60 cm, “la Trasfigurazione del Cristo” del Raffaello e il “Canestro di frutta” del Caravaggio, gli apprezzamenti mi stimolarono a perfezionarmi e a decidere che terminata la leva mi sarei messo in proprio, e così accadde.
Cinque anni da artigiano mi hanno inevitabilmente orientato verso l’attività commerciale che a poco a poco ha preso il sopravvento su quella artistica e con un discreto successo anche. Leggendo poi la storia dei grandi artisti del passato che sono diventati ricchi e famosi “post vitam” la prospettiva di “Essere il più ricco del cimitero” all’epoca, era per me, un’ipotesi poco attraente.
“Impara l’arte e mettila da parte” dice il proverbio e questa passione mi ha sempre accompagnato e aiutato anche nei 47 anni di attività di venditore e formatore. Ora sono in pensione e l’anno scorso, dopo 47 anni, ho tirato fuori tele, pennelli e colori e ho voluto vedere se mi ricordavo ciò che con tanta passione sapevo fare, scoprendo che è come andare in bicicletta, una volta imparato non si dimentica.
I quadri in esposizione appartengono ai due periodi: al primo periodo, dove ero impegnato politicamente, appartengono i quadri dove “mettevo in piazza ironicamente” il politico-sociale del mio paese dell’epoca.
Al secondo periodo appartengono i dipinti dei paesaggi dove la ricerca della serenità prevale sul convulso vivere quotidiano e del vissuto iperattivo del passato, non rinunciando comunque ad un rigurgito di denuncia sull’assurdità di una guerra fratricida, foriera di probabili sviluppi nefasti prodotti dell’insopprimibile stupidità umana.
“Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, ma sul primo ho ancora dei dubbi!” così diceva …
Albert Einstein
